Dopo essersi diplomato, aveva frequentato l'Accademia Militare di Modena ed aveva partecipato alla Prima Guerra Mondiale come tenente di complemento. Era quindi entrato in Aeronautica, ma aveva poi finito per lasciare la carriera militare, per tentare la strada della ristorazione. Rinunciato alla conduzione di due esercizi a Capri e a Ciampino, Gerardo de Angelis (che era padre di quattro figli), si trasferì a Roma per dedicarsi al cinema. Cominciò col doppiaggio (era stato in gioventù socialista e per questa ragione scelse di lavorare sotto lo pseudonimo di Dino Santelige), per passare poi alla sceneggiatura (sua, nel 1940, quella de "Il ponte di vetro" di Goffredo Alessandrini). Fondò anche una società cinematografica, la Gedea Film. Dopo l'armistizio, de Angelis fu tra i primi a organizzare la Resistenza nella Capitale, con il gruppo "Pensiero e Azione". Il 10 dicembre 1943, in seguito a delazione, fu arrestato dalle S.S. in un locale nei pressi di piazza Barberini, durante una riunione clandestina. Rinchiuso nel terzo braccio (cella n. 357) di Regina Coeli, il 2 febbraio 1944 fu trasferito in via Tasso. Torturato, non rivelò i nomi dei compagni e fu condannato a morte. Rientrato il 22 febbraio a Regina Coeli, il 24 marzo fu trucidato alle Ardeatine.

 

Cara Vittoria mia… figlia mia adorata.

Quando leggerai questo mio scritto tuo padre non c’è più. In previsione del tragico momento avevo sempre pensato di scriverti a lungo! Non l’ho fatto perché mi sono illuso che non finisse così tragicamente la mia vita. Non ti dico nulla e ti dico tutto. A te tutta la nostra povera famiglia. Sii savia buona onesta. Abbi coraggio soprattutto nella disgrazia e nell’avvenire nell’affrontare la vita. Abbi per tuo padre un ricordo rammentandomi nelle tue preghiere. Non odiar nessuno, abbi amore e comprensione per tutti e qui ti ricordo Lella e suo figlio. Ti stringo forte forte e me e ti benedico. Dino tuo padre.
Cara Liliana quello che ho detto a Vittoria è detto anche a te. Tu mi sei stata particolarmente cara, ti penso e ti ricordo come l’ultima volta che ci siamo visti. Ti stringesti a me forse presaga di quanto stava avvenire. Cara la mia Lili sento di amarvi ora in un istante quanto non vi ho amato fino ad oggi. A te affido particolarmente Ninni, povera e innocente creatura, che eredita un peccato che non è suo. Voglili bene e fa qualche cosa per lui che vuole vivere. Ti lascio con questa amarezza. Stringetevi a me forte forte mio grande amore vai a pregare per il babbo tuo.
A Tilde – E’ doloroso, straziante lasciarci così tragicamente! Era destino. Il passo sarà fatto con tutta quella serenità che Iddio mi donerà. Cerca di stringerti alle tue sorelle, l’avvenire per te forse sarà ben diverso, loro penseranno anche a te. Vogliatevi bene, comprendetevi, difendetevi ed amatevi col sapervi sopportare. Tu mi sei sempre stata tanto cara ed affezionata e son sicuro che ricorderai le ultime raccomandazioni di tuo padre. Ti bacio tanto e ti benedico. Tuo babbo Dino.
Ed ora a te, figlio mio adorato, sei ancora troppo piccolo per soffermarti a pensare e considerare questa sciagura che ti ha colpito. A te posso dire, lo ricorderai, affronto l’avverso destino senza aver fatto nulla di male. Deploro due cose: la prima nel veder la nostra cara terra ridotta uno scempio tutte le razze che vi sono nel mondo, la seconda di essere giudicato da coloro per i quali non nutro nessun sentimento. Ricorda solo questo e non aver rancore per nessuno e sii buono e sappi esser degno del sacrificio di tuo padre Dino. 

 

BIBLIOGRAFIA

A. POLIDORO, De Angelis, ritratto inedito di un regista martire, dal Corriere del 21 maggio 2000, p. 12.