la cappella dei ss. Rocco e Sebastiano


Ubicazione: Largo Antonio Ferri

Visitabile: Si (E’ saltuariamente aperta, in modo particolare in agosto).

L’esterno, a capanna semplice, è caratterizzato da una facciata molto lineare, dove sopra il portale d’ingresso, spicca un affresco dedicato a s. Rocco realizzato nel 1995, dall’artista rumeno Constantin Udroiu, in stile bizantino, rappresenta il santo nella sua classica iconografia, in abiti da pellegrino con bastone  e conchiglia (in origine simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela), mostra una piaga della peste sulla coscia, è accompagnato da un cane che porta un pezzo di pane (deriva dalla leggenda secondo la quale, quando il santo si ammalò, fu nutrito da un cane).

 

L’interno è stato molto modificato durante i lavori di restauro, è ad unica navata, in fondo all’abside vi è il piccolo altare, dove sulla parete è visibile un affresco dedicato alla Madonna Assunta in Cielo.

 

CENNI STORICI

 

Ad inizio di viale F. Tedesco, appena arrivati dalla strada che viene su da Calore, svoltati sulla sinistra, ci si imbatte nella piccola cappella dei ss. Rocco e Sebastiano. La storia di questa chiesetta è molto singolare, perché non è altro che l’unione di due antiche cappelle: la Venerabile Cappella di s. Rocco, sita inizialmente nell’antica contrada di Borgo s. Rocco (parte dell’attuale piazza Plebiscito) e la Venerabile Cappella di s. Sebastiano, sita al Borgo di s. Sebastiano, citata, come “chiesa”, in un rogito del notaio Troiano de Angelis di Atripalda del 1539, di cui si conosce che possedeva beni “a lo bosco di Meulo”, essa esisteva ancora nel 1738. Con l’abbattimento delle due costruzioni per accresciute necessità abitative, esse furono riunite in un’unica cappella, “Vi sono ancora due cappelle, dedicate a’ ss. Sebastiano e Rocco la prima […]”[1], scrive lo Zigarelli; edificata in questo nuovo sito probabilmente ad inizio del XX sec., in una mappa del 1907 l'entrata è rivolta a sud (ossia verso la chiesa del ss. Rosario); nel 1951, fu costruito un altare dedicato a s. Gerardo Maiella; nel 1995, è stato effettuato un restauro totale.

 


[1] G. ZIGARELLI, Storia della Cattedra di Avellino…, vol. II, cap. XXXI Taurasi, Napoli 1856, p. 434.

 


DA VEDERE