Uorto 'e santo Marcìano (Orto di san Marciano)

© per testo e immagini ELIO CAPOBIANCO, 2012


2019
2019

SI TRATTA SOLO DI UN PICCOLO-GRANDE "ORTO"

 

A Taurasi la tranquillità è un fatto generazionale, niente grande spettacolo, niente partecipazione di popolo in preda “a delirio”, niente “finte guerre”, niente di tutto questo insomma, ma solo un modesto, piccolo-grande orto caratterizza la devozione al santo Patrono, Marciano. Trovare una spiegazione di questa curiosa -e forse unica nel suo genere in Italia- anomala manifestazione è molto difficile, non ci sono documenti di sorta, non ci sono riferimenti storici, se non solo la tradizione e il “perché si è sempre fatto”, ma non può soddisfarci. Si racconta infatti che Marciano, a suo tempo -siamo nel V sec. d.C.-, conducesse una vita molto umile e coltivava con le sue stesse mani un orticello dal quale traeva il proprio sostentamento quotidiano e gli era così possibile non gravare su nessuno. Capitò che un giorno questa coltivazione venne minacciata da un imminente e distruttivo temporale, allora alzò le mani al cielo e con una preghiera le nubi minacciose si dileguarono in un attimo. Per questo e per la capacità miracolosa a lui attribuita di poter fermare nubi e grandine che rovinavano i raccolti, egli fu invocato (dai taurasini) come protettore degli agricoltori e delle campagne. Così la leggenda popolare, che come ogni leggenda che si rispetti ha sempre un fondo di verità. Da ciò nacque l'usanza di realizzare, ogni anno (forse dall’inizio dell’Ottocento e con lo sviluppo intensivo dell’agricoltura), nel giorno della Sua festa, una ricostruzione di questo orto detto: "Uòrto ‘e santo Marcìano", dinanzi al quale si fermano i fedeli in preghiera. A memoria di popolo, si è riscontrato che mentre i centri viciniori sono flagellati e danneggiati spesso dalle intemperie, i nostri campi restano sempre indenni, questo infatti è il punto cruciale, ma il motivo è dovuto fondamentalmente dalla felice ubicazione geografica dell’abitato, posto in un luogo tale (relativamente lontano dai monti) che qui il clima (sia esso sotto forma di pioggia, di grandine o siccità) non causa grandi danni. Questo miracolo, quando la campagna era l’unica fonte di sopravvivenza, la popolazione lo attribuì al Suo “Gran” santo Marciano, santo contadino.

COME NASCE

Il prologo è nel pomeriggio del giorno precedente la festività solenne del Patrono – che si svolge non in una data fissa, ma varia di anno in anno, sempre tra la fine di luglio ed inizio agosto – quando viene scaricato il terriccio che servirà da base all’Orto.

 

L’una

E’ ormai notte fonda (siamo verso l’una), i “costruttori” si ritrovano sulla “Piazza”, nel centro storico, si inizia con la costruzione del recinto, tutto deve essere ben sistemato per non incorrere in un qualche danno a cose o persone, si passa subito ad un sapiente camuffamento con un intreccio complicato di canne, il lavoro è appena incominciato, non ci sono “ingegneri o operai di sorta”, non c’è un qualche progetto, è vero che si va al caso ma niente è lasciato o buttato così come viene, bisogna essere dei veri esperti di immagine.

 

Le due

Il lavoro procede e non ci si ferma un attimo, il terriccio viene espando e si inizia con la costruzione vera e propria, che si protrae instancabilmente.

 

Le tre

Quando ormai, (quasi) tutti dormono, l’orto, fiorisce letteralmente. Bisogna riconoscere che il lavoro è molto duro (lo abbiamo visto di persona e si fa veramente fatica), il camioncino ricco di ogni ben di Dio è quasi pronto per essere svuotato.

 

Le quattro

I rumori sono molto attutiti, rimbombano solo le “sotto”-voci dei “costruttori”, diciamo che avviene il tutto in un silenzio assordante (restare svegli è un’impresa), ecco comparire l’uva (che non può certamente mancare), in tantissime qualità, le patate, i peperoni e l’elenco sarebbe molto lungo, tutto insomma ciò che la felice campagna taurasina offre, ma come si fa a trovare tutta questa roba?

 

Le cinque

Venere, la stella del mattino, brilla nel cielo notturno che sta per lasciare il passo alle prime luci dell’alba. Siamo agli ultimi ritocchi, niente assolutamente è stato lasciato all’improvvisazione, l’orto è magicamente comparso e i “costruttori” si compiacciono per il bellissimo lavoro.

 

Se un qualche rammarico ci deve essere e che sono lasciati troppo soli nella notte, perché quanti più si è, più il tempo passa velocemente.

 

Si è fatto giorno

Il lavoro è terminato. Tutto è pronto per essere visitato e commentato dalla popolazione.

 

Il parroco benedice la campagna di Taurasi

Al termine della processione del Santo, in tarda serata, la statua viene accostata all’Orto, il parroco lo benedice, affinché il “Gran” Santo vegli sull’agricoltura taurasina ed allontani ogni sorta di minaccia. Qui utilizziamo le parole del compianto d. Luigi Liberto: "O glorioso s. Marciano, nostro speciale Patrono, rivolgi il Tuo sguardo di Padre e di Guida sul popolo che Ti invoca e Ti venera. Accogli la nostra supplica e, con la Tua potente intercessione, ottieni a noi le sospirate grazie…. Allontana dalle nostre campagne il pericolo delle tempeste e della grandine devastatrice. […] Amen". A festa finita, i prodotti agricoli vengono distribuiti tra le persone in segno di devozione e di buon augurio e nella nottata l’orto viene smontato pezzo per pezzo e l’appuntamento si rinnova per l’anno successivo.

 



negli anni

196...
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1998
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197...
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2017
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2019
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2022
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2023
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i protagonisti

Francesco (Franchino) D'Addiego
Francesco (Franchino) D'Addiego
Gerardo Genzale junior
Gerardo Genzale junior

Carmine Capobianco
Carmine Capobianco
Raffaele Porciello
Raffaele Porciello

Michele Tammaro
Michele Tammaro
Marco Sirignano
Marco Sirignano

Antonio Latorella
Antonio Latorella
Gerardo Genzale senior
Gerardo Genzale senior


ORTO DI SAN MARCIANO

(© per testo prof. ANTONIO PANZONE)

Un’antica tradizione di Taurasi, forse legata alla  grande produzione di ortaggi, è quella di allestire il cosiddetto “Orto di S. Marciano” in occasione dei  festeggiamenti in onore del Santo Patrono S. Marciano Vescovo,  protettore degli ortolani, il quale, si dice, amasse coltivare un piccolo orto.

L’orto, ricco di tutti i prodotti della terra, circondato da una siepe e con al centro un finto pozzo, viene ancora oggi allestito nel centro storico, nei pressi della Chiesa Madre e del Castello.

Gli anziani raccontano anche una curiosa storia legata ai festeggiamenti in onore del Santo Patrono.

 

Si dice che, mentre la statua del Santo veniva portata in processione, in prossimità di Porta S. Angelo, zona del paese che si affaccia sul fiume Calore, che fa da confine con il comune di Montemiletto, alcuni contadini montemilettesi che lavoravano lungo il fiume, vedendo  il Santo portato a spalla dai fedeli, fecero dei commenti alquanto irriverenti verso il Santo, che potrebbero essere tradotti con “se la gode”. Il Santo, offeso, avrebbe provocato la piena del fiume che distrusse i raccolti. Da allora i contadini di Montemiletto il giorno in cui a Taurasi si celebra la festa di S. Marciano si astengono dal lavoro.