© ELIO CAPOBIANCO, 2010


Collegiata di s. Marciano v&c



Convento



chiesa del ss. Rosario



chiesa dell'Immacolata Concezione



cappella dei ss. Rocco e Sebastiano



cappella di san Giuseppe

vico s. Giuseppe.

Di piccolissime dimensioni ed a unica navata.

Sul frontone si legge: AEDICVLA.S.IOSEPHI.

 

1751. Voluta da d. Pietro Uberti; 1804. Ne era beneficiario d. Nicola Uberti; 1991. Restauro.



cappella del Crocifisso

c/da Pisano.

Ad unica navata con tetto “a pagoda” ed è in stile moderna. Nella parte superiore, la "Deposizione", opera su maiolica di Carlo Russo (1995).

 

1935. Eretta per volere del sig. Raffaele Giovino con l’aiuto dei taurasini residente negli U.S.A.; 1936. Abbellita da un Crocifisso opera dello scultore C. Bruno di Lecce, e restaurato nel 1982; 1943. Danneggiata gravemente dai bombardamenti americani; 1974. Abbattuta perché pericolante; 1976. Ricostruita ex-novo sul medesimo sito. 1977. Benedetta.



palazzo Marchionale

Per la sua importanza, fa parte dell'Associazione Dimore Storiche Italiane.



palazzo Capano

vico I Capano, 10.

Esso ha mantenuto intatto, ad eccezione di poche e lievi modifiche la sua antica struttura che ci è testimoniata dal portale d’ingresso e dalle finestre giunte fino a noi miracolosamente intatte.

 

Le prime pietre di questo palazzo furono poste nel XIV sec.; passa alla famiglia Capano (che ne da poi il nome) nel XVII sec.; 1807, nella “Contribuzione Fondiaria” si legge: “al n. 53, Ippolita Capano, possidente, ha casa di sette soprani, tre sottani e cantina sottoposta”; all’inizio del sec. XIX, diventa di proprietà della famiglia degli Uberti; alla fine dello stesso secolo, viene alienato ed entrano in possesso varie famiglie.



palazzo Maffei

via Italia, 36.

L’attuale palazzo si compone di cinque corpi di fabbrica sovrapposti e giustapposti, le cui fondamenta sono formate da grandi archi a volta terminanti a punta; esso è costituito da un insieme di abitazioni contigue, che attraverso acquisizioni successive, hanno costituito in origine due palazzi,

Maffei (ala sinistra) e Santoli (ala destra), uniti, poi, dal camminamento sopraelevato di porta sant’Angelo, dotata di finestre a “ventanas” (tipiche di abitazioni spagnole); possiede un cortile interno.

Il portale d’ingresso è sormontato da una scritta che riporta le seguenti parole: “SCIENTIA IUSTITIA, HONESTAS”. Sulla parte esterna posta a sinistra della porta sant’Angelo, su di una piccola base di marmo, vi è una elegante poesia di Domenico Maffei del 1890, “HUC SOL SPLENDENS AMPLUS HORIZON ET LARGIOR AETER” (trad. “Qui il Sole splende nel vasto orizzonte e l’aria è più respirabile”)

Sec. XIII, probabile costruzione, diviso tra varie famiglie; 1807, nella “Contribuzione Fondiaria”, si legge, a porta s. Angelo, il medico Pasquale Santoli, abitante in Rocca s. Felice, inquilino di Vincenzo Ventullo, ha una “casa di cinque soprani e cinque sottani”; sec. XIX, prima metà. Alcune abitazioni dell’ala sinistra vengono acquistate dai Montorio; sec. XIX, seconda metà. L’ala destra viene acquisita dai Santoli; 1854, passa ai Maffei; 1870, costruzione di un ulteriore corpo di fabbrica avanzato che, partendo dall’orlo del burrone, ha ampliato i magazzini sotto il palazzo; 1896, creazione di una terrazza; … Alcune porzioni dell’ala sinistra del palazzo vengono alienate; il sisma del novembre 1980, arreca notevoli danni; 1991, restauro.



palazzo de Angelis

[A] largo Arco Porta Maggiore, 6 e via Torricella.

 

Sec. VII-XII d.C. L’originaria costruzione risale al periodo Longobardo-Normanno, ed era il prosieguo del palazzo Baronale; sec. XVIII, seconda metà. Fu acquistato dai de Angelis; 1828. Dall’inventario delle Case lasciate da d. Gaetano de Angelis fu Francesco, si legge: “L’intero Casamento sito alla Porta Maggiore è composto di Sei Soprani, un basso per uso Magazzino di due stanze unite, un altro basso soprapposto al fosso per uso di Cantina in Due stanze unite e la Cantina sottoposta. Ed è confinato con gli eredi di d. Marciano de Angelis fu Francesco, ed è stato valutato per il prezzo netto in ducati Ottocentotrentotto e grana cinquanta dico 838:50”; 1981. Ristrutturato dopo il disastroso sisma che lo aveva gravemente danneggiato.

[B] largo Casale, 2 e via Torricella.

Costruito in pietra locale e malta idraulica, possiede soffitti a volta a botte e a crociera al piano terra ed in cantina, mentre al primo piano i soffitti sono lineari abbelliti da dipinti su tela, la copertura è in legno e con embrici.

 

Sec. XII. L’originaria costruzione risale a questo periodo, anche se le sue fondamenta sono molto più antiche. Insieme alle altre costruzioni confinanti con le torri d’ingresso della porta Maggiore formava il prosieguo del palazzo baronale (ora Marchionale); 1852. Dall’inventario delle case lasciate da d. Raimondo de Angelis, si legge: “La Casa Palazziata sita nel Vico Casali è composta da Nove soprani, nove sottani con basso di Cantina ed è confinata con Saverio Lanzillo, Michele Camuso alias Vorrescolo e d. Giuseppe de Angelis (Arciprete), ed è stata valutata ne prezzo netto in ducati Milleduecentosessantaquattro e grana ottanta dico 1264:80”; 1868. Ristrutturato nella forma attuale. Anche se in origine doveva essere a tre piani, come si può notare dal soffitto che è stato ribassato o forse munito di torre.




palazzo d'Ambrosio

via Italia, 23.

Interessante per il piccolo cortile interno. Un restauro perfetto lo ha riportato all’antico splendore.

 

Sec. XVIII, costruito dai degli Uberti; 1750, dal “Catasto Onciario”: “Casa Palazziata di membri 18 con Cappella in essa eretta sotto il titolo di San Giuseppe”; 1807, nella “Contribuzione Fondiaria”, si legge, ai Mangianti, il dottore Luigi Uberti possiede: “casa di quindici soprani, otto sottani e cantina sottoposta”; sec. XIX, seconda metà. Divenuto di proprietà di Gioacchino de Angelis; forse 1893, passa ai Fierro; (…) Oggi di proprietà dei D’Ambrosio.



palazzo Miraglia

largo Arco Porta Maggiore

Sec. VII d.C. I Longobardi posano le prime pietre di questo palazzo sui resti dell’”arx de’ Romani”, la torre che fiancheggia la porta appartiene indubbiamente a questo periodo storico; Sec. XII. I Normanni lo ampliano e fortificano; Sec. XVII. Apparteneva alla nobile famiglia Miraglia che vi fece costruire la scalinata in pietra e due artistici portali d’ingresso in largo della chiesa matrice (ora Duomo); Sec. XVIII, seconda metà. Passa alla famiglia de Angelis; Sec. XIX, fine. Fu rivenduto al dott. Giovanbattista Rocci; … Oggi di proprietà degli eredi del dott. Nacoparde Tranfaglia e sig.ra Matilde Rocci.



palazzo Santoli-Perani

via S. Sebastiano.

Sec. XVIII, prima metà. Costruito dai de Angelis; 1773. Passa ai Santoli; 1883. Viene aggiunto un secondo corpo di fabbrica; 1980, 23 novembre. Gravissimi danni subiti dal sisma. Anni '90. Restauro; per la sua importanza, fa parte dell'Associazione Dimore Storiche Italiane.



palazzo degli Uberti

via A. Moro.

Elegante abitazione rurale. Caratteristico “casino” dalla presenza di un grosso corpo centrale ad un solo piano, con aggiunte successive. Al piano terra è, o meglio era, situato il rustico mentre l’abitazione è al primo piano.

Interessante la presenza della torre colombaia centrale (anche se di recente modificata).

1741. Edificato per volere dei Capano; passa successivamente ai degli Uberti; 1991. Restauro.



palazzo Vaschi

vico Vaschi, 1

Sec. XVI. Appartenente ai Vaschi; Sec. XVIII. Passa ai de Curtis; 1980. Subisce gravi danni dal sisma, viene abbattuto l’intero piano superiore, compresa una torre. … Oggi di proprietà di varie famiglie.