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STORIE SENZA TEMPO


   Le Storie senza Tempo” sono ambientate negli anni 1950 – 1960 in una Irpinia dimenticata dal boom economico che farà grandi Milano, Torino, il Nord Italia in generale e spopolerà ancor più i paesi del Sud.

Questo libro è un’avventura a ritroso alla ricerca dell’anima di un paese, Taurasi, che così radicalmente ha condizionato l’esistenza dell’autore del libro che, oggi a distanza ormai quasi 70 anni, ne parla come se fosse lì ad aspettarlo ancora!

Sarà che a un certo punto della nostra esistenza tutti noi diventiamo quello che ricordiamo.

Un paese con un’anima e dove ogni pietra o casa o vicolo parla di te e racconta la tua crescita, le paure, le gioie, i giochi, le cadute, i tuoi pianti in quel tempo terribile della fanciullezza, così sofferta ma pur così straordinaria, irripetibile, unica ed eccezionale.

 

Anche tu, lettore, avrai certamente un tuo “paese di dentro” che, forse, ami e odi allo stesso tempo, come me, come l’autore di questo libro, il paese che ti ha visto bambino e che forse hai dovuto lasciare per le vicissitudini della vita ma che ritorna ad ogni piè sospinto, quando meno te lo aspetti,

negli occhi forse del tuo bambino o nella dolcezza di un bacio o d’una carezza, nei tuoi momenti di felicità o di dolore, nei tuoi sogni o nei tuoi pensieri, che ti aiuta a riscoprire il rapporto con il proprio padre che ti ha dato tutto quello che aveva per farti riuscire nella vita.

 

Un paese che non muore mai e che in noi, forse anche in te, è diventato il luogo sacro dove rifugiarsi anche solo per pochi attimi prima di riprendere con nuova lena il cammino della vita. E’ come se ad un certo punto dell’esistenza si sentisse il bisogno di ricercare il filo conduttore della vita, proprio come fa Pasciuti in queste “Storie senza tempo”, di dare un senso cioè alle cose fatte e non fatte che di continuo affollano la mente con tutti i sensi di colpa o di piacere che l’hanno finora costellata e che ora sono riportate alla luce dagli abissi reconditi della propria coscienza. Immaginalo, quindi, mentre cammina per Taurasi, Lacedonia, per l’Irpinia alla ricerca delle luci, dei colori, degli odori e soprattutto dei ricordi. Ti accorgerai anche tu che le persone che incontri cercheranno in te il loro passato e tu, il tuo in loro!

Una Taurasi povera ma piena di sogni, come un luogo sacro da mostrare ai figli o agli amici di oggi, da rivivere nel ricordo con gli amici di allora, per scoprire le sorgenti ancestrali dell’essere e fare il pieno di tutte le cose che servono per continuare a vivere. Riempilo di te, allora, del rumore dei tuoi passi ora affrettati, ora lenti, della tua voce bassa e cavernosa o squillante e canterina per la gioia che ti nasce dentro, del tuo respiro, delle grida, delle tue parole, dei tuoi silenzi.

 

Deposita negli angoli le lacrime, i dolori, la tristezza, le sconfitte. Fissa come lapidi al muro le tue vittorie o semplicemente la tua quiete, i discorsi con gli amici, le attese, le speranze, le sorprese. I primi sui muri i volti delle persone care o meno care e non dimenticare I tuoi ricordi felici o tristi che siano, i tuoi sogni realizzati o no: fanno parte di te e il tuo paese li conserverà per sempre. Vivilo, il tuo paese, e amalo non come ospite né come anonimo cittadino di passaggio ma come parte costitutiva o elemento “sine qua non” di esso, con quella reciprocità simbiotica che ti fa star bene al solo pensiero e un giorno senza data Lui ti chiamerà a raccogliere i cristalli di quanto che hai lasciato e come una magia ogni cristallo riprenderà a vivere nelle tue mani, nei tuoi occhi umidi, nel tuo cuore.

 

  Chiamerà poi i tuoi figli e i figli dei figli, eternando un legame che come il filo di Arianna indica a tutti la giusta direzione. Le cose che avrai lasciato ti parleranno, perché il paese che ti porti dentro è pieno della tua vita, è “il posto dove ti senti tu”, come dicono i giapponesi nella loro lingua, è “hibasho” e lo sarà per sempre, come lo è per il mio amico “Peppino” che rispondendo spesso ai suoi richiami ne ha potuto, per fortuna ,raccogliere le “Storie senza tempo”.

 

  Ogni piccola storia che leggerai di questo libro sarà per te sempre un nuovo nostalgico ritorno a casa. Non importa di quale paese tu sia, Taurasi sarà per te Moltrasio, Modica, Aprilia, Piediluco, Sinalunga...

 

  Si ringrazia il fotografo Gerardo Morena per una sua gentile foto. 

 

di GIUSEPPE PASCIUTI, prefazione del prof. Antonio Daniele, postfazione del prof. Antonio Lonardo.


NOTE IN LIBERTA'

Libro da leggere tutto d'un fiato, 200 e più pagine scritte con passione e verve spigliata, da primo impatto, come sé fosse ora, in diretta. Ritrovare "personaggi" di una Taurasi che fu, che ai giovani di oggi dicono poco o niente. Pasquale 'o barbiere, Giacchino Vitiello, Giachino 'o barbiere, Antonio Casale, Balduccio, Antonio Giovino, Salvatore Todesca, Cicione (ovvero Vincenzo) grande personaggio di una simpatia unica (per chi lo ha conosciuto) e tanti, ma tanti altri sviscerati tra le pieghe delle pagine e che non nomino, perché vi invito all'acquisto e alla piacevolissima lettura. Un libro da conservare.

Il libro è acquistabile su Amazon.


  • IL CHI E'

GIUSEPPE PASCIUTI (detto PEPPINO), nasce a Lacedonia (AV) il 27 gennaio 1951 e vive ad Aprilia (LT). Ad un anno dalla nascita, il suo papà Antonio, insegnante elementare e la mamma Giuseppina Cella si trasferiscono a Taurasi. E' il paese in cui Peppino trascorrerà la sua fanciullezza e la sua adolescenza, in cui matura la sua percezione della vita, conosce i suoi amici, determinanti nella formazione della sua personalità.  Come la maggior parte degli amici è costretto ad allontanarsi dalla famiglia per studiare e lavorare, ma il paese resta riferimento per tutti loro e diventa uno scrigno che conserva la storia ed amalgama la vita.

Si laurea in ingegneria chimica presso la Federico II di Napoli e chiude la carriera lavorativa come dirigente responsabile dei servizi informatici della Technosky, società di Enav.

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Commenti: 2
  • #1

    Diego (martedì, 21 marzo 2023 05:55)

    Se, invece delle parole , si potessero imprimere le emozioni su carta, sarebbe facile per me lasciarti un commento.
    Ti assicuro però che la lettura del tuo libro è stata una vera medicina dell' anima....forse medicina è troppo...una tisana lenitiva

  • #2

    Lucia latorella (giovedì, 20 luglio 2023 18:54)

    Non ho ancora letto il libro , io mi ricordo di te , con mio fratello giovambattista stavamo sempre da Carlo e Salvatore Todesca , poi sono stata molte volte a casa tua , andavo a scuola con tuo fratello , abitavi a piano terra e la mia madrina la moglie del direttore delle poste all’ultimo piano